A
Acido cloridrico – È un composto formato da idrogeno
e cloro. In natura si forma durante eruzioni vulcaniche
ma è anche comune tra i composti emessi
in atmosfera da processi di combustione che coinvolgono
materia organica e cloro. È altamente caustico
ed irritante (v.salute umana).
Acido nitrico – È un acido inorganico forte che si forma
(assieme all’acido nitroso) per reazione tra l’acqua
meteorica e gli ossidi emessi da processi di combustione
come quelli dei gas di scarico delle vetture o quelli
prodotti dalle centrali elettriche (v. piogge acide).
Acqua meteorica – Quando il vapore acqueo si raffredda,
tende a condensare in minuscole goccioline
d’acqua che si attaccano a dei granelli di polvere o
altri minuscole particelle che vengono dette “nuclei
di condensazione”. Quando acquistano dimensioni
tali da essere attratti a terra dalla forza di gravità,
precipitano in forma di gocce di pioggia.
Anidride carbonica – È un gas che si forma dalla respirazione
di piante ed animali e dalla combustione di
materia organica (i composti formati almeno da carbonio
ed idrogeno).
Anidride solforosa – È un composto che viene prodotto
quando si brucia sostanze contenenti zolfo,
come gasolio o carbone Acido solforico – È un acido
forte che si forma dalla reazione tra anidride solforica
ed acqua (v.piogge acide).
Atmosfera – È l’aria che circonda la terra con caratteristiche
diverse a seconda della distanza dal Pianeta.
Possiamo immaginare la terra come la sfera
solida centrale di un sistema di sfere gassose che si
chiudono una sull’altra.
Quella più vicina alla terra è chiamata troposfera e
contiene oltre 3/4 di tutta la massa di gas e quasi tutto
il vapore acqueo presente nell’aria.
Vicino al suolo è composta dal 78% circa di azoto
(N), per il 21% circa da ossigeno (O2) e il rimanente
1% da altri gas.
Man mano che ci si allontana dalla superficie terrestre,
gli strati gassosi subiscono sempre più l’influenza
dei raggi solari e cambiano le caratteristiche e con
esse nome (stratosfera, mesosfera, termosfera ed
esosfera).
B
Benzene– È il più semplice dei composti organici aromatici
che si forma durante la maggior parte dei processi
di combustione. Come prodotto chimico, viene largamente impiegato
per la produzione di solventi e si ritrova in concentrazioni
considerevoli nella benzina “verde” che
ha sostituito quella contenenti composti del piombo.
Al benzene vengono riconosciute proprietà cancerogene
multiple.
Biodegradabile – Indica la possibilità di un composto
o di una materia di essere distrutti per azione dei
raggi solari o dei meccanismi biologici come l’attacco
batterico. Viene espressa, in genere, in valori percentuali;
un composto degradabile al 90% rimane
nella sua forma originaria solo per il restante 10%.
Biomassa – Rappresenta la materia organica dell’insieme
degli organismi viventi. Si distingue in vegetale
ed animale e si misura in peso o in volume.
Black out – interruzione nell’erogazione dell’energia
elettrica su vaste aree di territorio. Si possono verificare
a seguito del sovraccarico delle linee, quando
la domanda supera molto la quantità prodotta dalle
centrali o per incidenti sulla linea di distribuzione,
come nel caso di quello che ha oscurato l’Italia
nel settembre del 2003.
Buco dell’ozono – L’ozono è parente stretto dell’ossigeno
che respiriamo (ossigeno diatomico o molecolare)
solo che anziché essere formato da due atomi
(O2), ne ha tre (O3).
In natura è prevalentemente concentrato tra 30 e i
60 chilometri dalla Terra, in una porzione tra stratosfera
e mesosfera che, per questo motivo, viene
definita ozonosfera.
Il massiccio rilascio di cloro contenuto in alcuni
composti chimici (CFC) usati come refrigeranti, nei
frigoriferi e nei condizionatori d’aria, o come propellenti
per spruzzare prodotti dalle bombolette, ha
facilitato la trasformazione dell’ozono stratosferico
in ossigeno molecolare.
La scomparsa dell’ozono è divenuta famosa con il
termine di “buco dell’ozono”. Questo fenomeno è
stato osservato per la prima volta verso la metà degli
anni ‘70 in corrispondenza del Polo Sud, ma da qualche
anno si sta registrando anche al Polo Nord. In
corrispondenza dei “buchi”, i raggi ultravioletti (UVB)
provenienti dal sole che altrimenti rimarrebbero
per gran parte “intrappolati” nell’ozonosfera, riescono
più facilmente ad arrivare fino sulla superficie
terrestre.
Una maggiore esposizione ai raggi UV inibisce la
fotosintesi di piante ed alghe ed interferisce con il
corretto sviluppo del plancton (V. plancton) da cui
dipende l’intera piramide alimentare. L’esposizione
dell’uomo ai raggi UV può indurre la formazione di
tumori della pelle e problemi alla vista.
C
Cambiamenti climatici – Il clima cambia naturalmente
sia con le stagioni che con lo spazio e, naturalmente,
nel tempo come dimostrano l’alternarsi
delle ere glaciali.
Con l’avvento delle attività industriali e l’uso di combustibili
fossili, però, l’immissione di ingenti quantità
di gas che intrappolano il calore che viene irradiato
dalla superficie terrestre scaldata dal sole, sta
portando ad alterazioni che si possono manifestare
in cambiamenti nelle temperature, nelle durata ed
intensità delle precipitazioni, nell’energia liberata
da cicloni e tornado, nel riscaldamento della superficie
dei mari etc.
Questi cambiamenti stanno avvenendo con una velocità
tale da non poter essere giustificati con un semplice
alternarsi di era climatiche che si sviluppano
su una scala temporale di millenni.
Campi elettromagnetici – si generano al passaggio
delle corrente elettrica o per emissione di microonde
e la loro intensità decresce man mano che ci si
allontana dal punto di emissione. L’esposizione prolungata
a campi magnetici di una certa intensità può
favorire l’insorgenza di alcune patologie nell’uomo
(vedi leucemie).
Carbone– Prodotto dalla trasformazione della mate
ria organica, prevalentemente di origine vegetale,
in particolari condizioni.
Gli alberi ed altri organismi vissuti millenni fa che
si sono trovati in condizioni ottimali di carenza di
ossigeno si sono lentamente trasformati in carbone
fossile, largamente impiegato come combustibile
per la produzione di energia elettrica.
A parità di energia prodotta, la combustione del carbone
porta alla più alta formazione di anidride carbonica,
polveri, idrocarburi policiclici aromatici (V.
IPA) ossidi di zolfo e di azoto e di polveri.
CDM– Il Clean Development Mechanism consente ai
settori produttivi di paesi industrializzati di investire
nella costruzione di impianti a ridotte emissioni
di gas serra in paesi in via di sviluppo. In questo
modo, le quantità di gas serra risparmiate vengono
detratte dal calcolo delle emissioni delle attività afferenti
alla società che investe.
Celle a idrogeno– sono degli apparecchi deputati ad
sfruttare l’energia che si libera quando l’idrogeno si
lega all’ossigeno per formare acqua.
La maggior parte delle case automobilistiche stanno
sviluppando sistemi per alimentare le proprie vetture
ad idrogeno sfruttando questo processo di produzione
di energia. Attualmente si sfrutta l’idrogeno
contenuto nel metano in quanto la divisione dell’acqua
(vedi elettrolisi) è ancora molto dispendiosa
in termini energetici.
Si pensa in futuro di produrre idrogeno usando energia
solare o eolica per produrlo dall’acqua.
CFC – acronimo di clorofluorocarburi, composti chimici
largamente impiegati come refrigeranti e propellenti
formati da un idrocarburo (composto organico
in cui sono presenti solo carbonio ed idrogeno)
e da cloro e fluoro in proporzioni diverse a seconda
del composto. Ai CFC è attribuita la maggiore responsabilità
nel “buco dell’ozono” (V. Buco dell’ozono).
Centrali elettriche – impianti dove le diverse fonti
energetiche vengono trasformate in energia elettrica.
Le centrali idroelettriche sfruttano l’energia prodotta
dalle turbine fatte girare dall’acqua prelevata da
cascate o da corsi superficiali.
Quelle termoelettriche sfruttano il calore prodotto
dalla combustione di composti fossili, mentre quelle
nucleari sfruttano l’energia che deriva dalle radiazioni
del nucleo.
Nelle centrali eoliche le turbine vengono mosse dalla
forza del vento mentre nelle centrali fotovoltaiche
l’energia solare viene trasformata in energia termica
o elettrica.
Dalle centrali partono le reti di distribuzione dell’energia
elettrica.
Ciclo combinato – sistema che permette di utilizzare
il vapore generato dalla combustione per muovere
le turbine in due fasi successive, aumentando in
tal modo la produzione di energia.
Cogenerazione– produzione contemporanea di elettricità
e calore.
Combustibile – sostanza organica in grado di bruciare
sviluppando luce o calore.
Combustibili fossili – comprendono tutti quei composti
derivanti dalla trasformazione della materia
organica, come il petrolio, il carbone e il metano e
si trovano generalmente nel sottosuolo.
Convenzione Quadrosui Cambiamenti Climatici –
È l’accordo internazionale messo a punto nel 1992
in occasione della Conferenza sulla Terra di Rio de
Janeiro per far fronte ai cambiamenti climatici.
D
Deforestazione – Taglio delle foreste primarie che
svolgono un ruolo fondamentale nell’assorbire CO2
che le piante convertono in materia organica attraverso
la fotosintesi clorofilliana.
Desertificazione – Processo che porta alla progressiva
perdita di risorse idriche che preclude la presenza
di organismi vegetali ed animali selezionando
solo specie molto adattate.
Con il verificarsi dei cambiamenti climatici, ed in
particolare dell’aumento delle temperature medie
sulla Terra, molte zone aride tendono ad assumere
caratteri di desertificazione anche nei paesi posti
a medie latitudini come l’Italia dove il fenomeno è
visibile in Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna,
e Sicilia.
Desolforazione – Processo cui si sottopongono prodotto
ad alto tenore di zolfo, come il carbone, per
ridurne il rilascio di ossidi in fase di combustione.
Diossine – Gruppo di composti organici aromatici formati
da due molecole di benzene tenute assieme da
due atomi di ossigeno e a cui sono attaccati atomi
di cloro in numero variabile.
Vengono rilasciate in molti processi industriali (produzione
di composti a base di cloro, inceneritori,
fonderie, cartiere) dove si presentino condizioni di
temperatura ottimale e contemporanea presenza di
cloro e materia organica.
Sono composti pericolosi per la salute sia per le capacità
di stimolare alcune forme tumorali, sia per in
l’impatto sul sistema riproduttivo ed endocrino. L’assunzione
può avvenire per inalazione, per le popolazioni
che vivono nelle vicinanze di fonti di emissione
in atmosfera, o per ingestione di cibi contaminati,
via di assunzione per 98% circa della popolazione
generale.
E
Effetto serra – viene così definito l’andamento di
aumento delle temperature medie sulla superficie
terrestre dovuto all’accumulo in atmosfera di gas
che intrappolano l’aria calda che si alza dalla terra
come accade nelle serre.
Elettrolisi – processo di rottura della molecola dell’acqua
che sfrutta l’energia elettrica che viene applicata
per rompere il legame che tiene uniti per due atomi
di idrogeno ed uno di ossigeno.
Emission Trading – è il nuovo mercato dei crediti di
emissione di gas serra. I quantitativi di gas serra che
possono essere emessi da ogni paese per evitare il
peggioramento dell’effetto serra, sono stati calcolati
nell’ambito del Protocollo di Kyoto. Ne è risultato
che la maggior parte dei settori produttivi dei paesi
industrializzati deve tagliare le proprie emissioni
mentre quelli di altri paesi emettono meno gas di
quelli loro assegnati. L’emission trading è appunto
la vendita in borsa di quote di emissioni che le aziende
possono acquistare evitando così di tagliare realmente
le quantità di gas serra rilasciate.
Energia – È ciò che si sviluppa quando si applica una
forza. Può essere cinetica, quando muove un oggetto,
o termica quando genera calore, elettrica quando
fa muovere gli elettroni, sonora quando fa muovere
onde di compressione dell’aria etc.
Energia eolica – quella che si genera dal movimento
dei mulini mossi dal vento. Anticamente, lo spostamento
delle pale veniva trasformato in energia
meccanica usata, ad esempio, per muovere le macine
dei molini.
Nei moderni impianti le pale mosse dal vento fanno
girare una turbina da cui si genera corrente elettrica
che viene convogliata nella rete di distribuzione
o può venire immagazzinata in accumulatori di energia.
Il processo è simile a quello con cui si accendono
i fari delle biciclette che sono alimentati dalla
dinamo mossa dal movimento della ruota.
L’energia eolica rappresenta circa il 17% del totale
di energia rinnovabile del paese ma il potenziale stimato
è molto superiore. Basti pensare che a fronte
delle 500 MW (500 milioni di watt) installate, esiste
la potenzialità di sviluppare altri 8.000 -13.000 MW.
Dato che nel nostro paese le vie del vento prevalente
sono sulla costa e lungo la dorsale appenninica,
prima di procedere all’installazione di queste centrali
sarà opportuno verificare l’impatto complessivo
sull’ambiente e necessario attuare tutte le misure
di mitigazione.
Energia rinnovabile – È quella che si può produrre
da fonti infinite come il vento o il sole, o proveniente
da fonti che si rigenerano velocemente, come le
biomasse vegetali.
Energia solare – quella che si può produrre sfruttando
il calore dei raggi solari. In Italia, appena lo
0,7% dell’energia rinnovabile viene prodotta dal
sole mentre, secondo stime dall’Agenzia Energetica
Internazionale (IEA), il potenziale uso di tutte
le superfici utili ad ospitare impianti fotovoltaici
sarebbe in grado di produrre il 45% dell’energia
necessaria al paese.
F
Fall out – Ricaduta al suolo delle particelle radioattive
emesse in aria a seguito di un’esplosione nucleare.
Fissione nucleare – processo che porta al rilascio di
energia quando il nucleo di un atomo viene diviso
in due parti uguali liberando energia. È il sistema
con cui si produce energia nucleare.
Furani – composti simili alla diossine dove i due anelli
di benzene sono uniti tramite un solo atomo di
ossigeno (vedi diossine).
Fusione nucleare – processo che porta due atomi ad
unire le loro masse in un atomo di dimensioni inferiori
alla loro somma. La rimanente parte produce
grandi quantità di energia nucleare.
G
Gas mangiaozono– vengono definiti in questo modo
i composti chimici in grado di attaccare l’ozonosfera
(vedi CFC, HCFC).
Gas naturale – un combustibile fossile composto per
circa l’85% da metano e per il resto da altri idrocarburi
(etano, propano, butano e pentano) e da altri
composti minori.
Gas serra – Sono i composti gassosi che accumulandosi
dell’atmosfera, trattengono in basso il calore
che si irradia dalla terra dopo essersi scaldata con i
raggi del sole (vedi effetto serra).
H
HCFC– idroclorofluorocarburi, composti molto simili
ai CFC (vedi CFC) da cui differiscono per avere un
atomo in meno di cloro sostituito con un atomo di
idrogeno. In questo modo la molecola tende ad essere
più facilmente degradata riducendo il danno all’ozonosfera.
In realtà, il potenziale distruttivo di questi
composti non è di molto inferiore.
HFC – idrofluorocarburi, composti privi di cloro che
hanno sostituito i CFC. Pur non essendo considerati
gas mangiaozono, gli HFC sono gas serra centinaia
di volte più potenti della CO2. Il loro uso nei
condizionatori d’aria e nei sistemi refrigeranti di frigoriferi
e congelatori sta portando ad un progressivo
aumento delle emissioni di questo gas e del suo
accumulo in atmosfera.
I
Idrocarburi – vedi CFC.
Incenerimento con recupero di energia – vedi termovalorizzazione
e termovalorizzatori).
Inquinamento atmosferico – stato di alterazione
delle qualità dell’aria che ci circonda. I gas di scarico
delle vetture che circolano nei centri abitati e degli
impianti di riscaldamento determinano il rilascio di
una gran quantità di inquinanti come ossidi di azoto
e zolfo, ossidi carbonio (CO e CO2), polveri sottili
(vedi PM10-PM 2,5), diossine, furani ed IPA.
Il comparto dei trasporti è quello le cui emissioni di
gas serra sono in continuo aumento.
Il cocktail venefico dei gas di scarico contribuisce
considerevolmente all’insorgenza di numerose patologie
a carico dell’apparato respiratorio che colpiscono
prevalentemente le fasce di popolazioni più
vulnerabili come anziani, bambini, asmatici e immunodepressi.
Su grande scala, l’insegnamento atmosferico
può portare ad alterazioni di grandi sistemi
come accade per i cambiamenti climatici e per il
buco dell’ozono.
IPA – idrocarburi policiclici aromatici, un gruppo di
composti rilasciati durante molti processi di combustione
in particolare quando a bruciare è il carbone
o l’olio combustibile. Alcuni IPA sono riconosciuti
cancerogeni ed in grado di alterare il sistema
endocrino.
Isotopo – alcuni elementi chimici possono avere un
diverso peso del nucleo atomico, la parte dove sono
localizzate le cariche neutre e positive. Queste diversità
di peso danno luogo agli isotopi dell’elemento.
J
Joint Implementation – è uno dei cosiddetti meccanismi
flessibili inclusi nel Protocollo di Kyoto che
consente ai paesi di attuare piani congiunti per ridurre
le emissioni complessive di gas serra.
K
kW/h – quantità di energia prodotta (in migliaia di
watt o kilowatt) in un’ora.
Kyoto – vedi protocollo di -.
L
Leucemia – patologia tumorale che colpisce gli organi
che producono globuli rossi o bianchi. L’esposizione
ad elevate concentrazioni di alcuni inquinanti
atmosferici, come il benzene, alle radiazioni o a
intensi campi elettromagnetici può scatenare l’insorgenza
di alcune forme di leucemia.
M
Melanina– composto responsabile dell’abbronzatura
prodotto dalle cellule epidermiche con l’esposizione
ai raggi solari. Il colore scuro serve a proteggere gli
strati sottostanti la pelle dall’azione dei raggi UV..
Melanoma– particolare tumore maligno delle cellule
epidermiche stimolato dall’esposizione ai raggi
UV-B.
Metano – il più semplice degli idrocarburi composto
da un atomo di carbonio a cui sono attaccati quattro
atomi di idrogeno. L’alto rapporto tra idrogeno
e carbonio fa del metano il combustibile fossile che
produce meno CO2 a parità di energia prodotta, e
quello più conveniente per le celle a idrogeno.
Montreal – vedi protocollo di -.
N
Negawattore – termine usato per indicare la quantità
di energia risparmiata in un dato sistema.
NIMBY(sindrome di) – “Not in my backyard” (non nel
cortile di casa mia). È un’espressione largamente
usata per indicare un’opposizione alla costruzione
di impianti potenzialmente inquinanti (inceneritori,
centrali, discariche etc) scatenata solo nell’intento
di tutelare il propri interessi immediati. Molto
spesso è usato per liquidare argomenti complessi,
come quello dello smaltimento dei rifiuti, senza
doversi confrontare nel merito dei progetti e delle
scelte politiche che li sostengono.
O
ODP– Ozone Depletion Potential (Potenziale di Distruzione
dell’Ozono) è un valore attribuito ai gas mangiaozono
per indicare il grado di pericolosità per l’ozonosfera.
Ossidi di azoto – comprendono il protossido (N2O)
ed il diossido di azoto (NO2) che si sprigionano dai
gas di scarico. Assieme agli ossidi di zolfo sono
responsabili delle piogge acide.
Ossidi di zolfo – sono rappresentati prevalentemente
dall’anidride solforosa (SO2).
Ozono – vedi buco dell’-.
Ozono troposferico – quando i raggi del sole estivo
passano attraverso un’atmosfera con alte concentrazioni
di ossidi di combustione (dell’azoto,
del fosforo e del carbonio), si determina la formazione
di ozono che tende a ristagnare in basso.
Se l’ozono in alta atmosfera rappresenta uno schermo
protettivo contro i raggi UV-B, la sua presenza
al suolo oltre certe concentrazioni può risultare pericolosa
per la respirazione. Questo è il motivo per cui
in estate scattano spesso allarmi ozono che in genere
portano a restrizioni di circolazione, almeno
durante le ore centrali della giornata, per anziani e
bambini, soggetti particolarmente a rischio.
P
pH– il potenziale idrogeno è la scala con cui si misura
il grado di basicità o di acidità di un composto.
Piogge acide – L’unità di misura dell’acidità è il “pH”
che varia da 0 a 14. Un composto con pH 7 è neutro,
come l’acqua distillata, mentre valori inferiori indicano
acidità progressiva e quelli superiori una maggiore
basicità. Gli ossidi di azoto e zolfo, a contatto
con l’acqua, reagiscono per formare acido nitrico e
acido solforico la cui presenza abbassa considerevolmente
il pH delle acque di piovane. Quando il pH
raggiunge il valore di 5,5, o meno, le piogge vengono
dette “acide” e, quando bagnano le foglie degli
alberi, o cadono al suolo danneggiano, i tessuti delle
radici e dell’apparato aereo.
Il fenomeno colpisce soprattutto le conifere, come
i pini, gli abeti o i cedri, che sono 4 volte più sensibili
all’azione dell’acqua acida delle foreste di alberi
decidui, come i castagni, le querce e i faggi. Oltre
a ridurre le capacità di fotosintesi delle foglie, che
in breve ingialliscono e cadono, le piogge acide alterano
la chimica del suolo e le capacità di assorbimento
delle radici che, in un suolo a basso pH, tendono
ad assorbire alluminio invece che calcio e
magnesio di cui la pianta ha bisogno per crescere..
PM10 – P 2,5 – PM1 – sono le particelle solide emesse
in atmosfera da attività di combustione di dimensioni
di 10, 2,5 e 1 milionesimi di metro (mm). I motori
a gasolio e la combustione di carbone sono maggiormente
responsabili dell’emissione di PM10, mentre
le centrali a turbogas sembrerebbero maggiormente
responsabili delle emissioni di PM2,5 e PM1.
Queste particelle, oltre a rappresentare un problema
in quanto in grado di depositarsi sugli alveoli
polmonari e nelle vie respiratorie, sono anche veicolo
attraverso cui vengono trasportati altri microinquinanti
atmosferici come diossine, furani, IPA e
metalli in traccia.
Protocollo di Kyoto – Firmato nel 1997, rappresenta
lo strumento tecnico attuativo della Convenzione
sui Cambiamenti Climatici. Fissa i limiti delle
emissioni che i paesi dovrebbero rispettare per evitare
un peggioramento dei cambiamenti climatici.
In realtà, da quella data la maggior parte dei paesi
ha continuato ad aumentare le proprie emissioni
con la sola eccezione di Germania e Regno Unito.
Perché diventi uno strumento vincolante per tutti i
paesi che l’hanno firmato, è necessario che il testo
venga ratificato da almeno il 55% dei paesi firmatari
le cui emissioni siano almeno pari al 55% del totale.
Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush ha
annunciato che non intende riconoscere il Protocollo
nonostante gli USA emettano circa il 25% del totale
dei gas serra.
Protocollo di Montreal – l’accordo internazionale
per eliminare la produzione e l’uso di CFC, HCFC ed
gli altri gas dannosi per l’ozonosfera.
Protossido di azoto – N2O, un gas serra.
Q
Quote di emissione – rappresentano la quantità di
gas serra che si può emettere a livello di singole aziende
o dell’intero paese in cui queste operano.
25
R
Radiazioni ionizzanti – in natura, alcuni elementi
tendono a cambiare il loro assetto perdendo naturalmente
parte dell’energia di cui sono carichi che
viene emessa in forma di particelle di energia.
Il processo prende il nome di decadimento radioattivo
e le radiazioni vengono dette ionizzanti in quanto
sono in grado di caricare elettricamente le molecole
addosso a cui “sbattono”. Quando ciò accade a
delle cellule di tessuti o organi vegetali o animali,
uomo incluso, le radiazioni penetrano nel nucleo
cellulare alterandone il DNA e dando via a fenomeno
di cancerogenesi.
Raffinazione – processo industriale che porta alla
separazione della frazione più volatile (quella che
evapora più facilmente) del petrolio, come le benzine.
S
Serra – vedi effetto-.
Sistema endocrino – è rappresentato dagli organi
che producono i messaggeri chimici noti con il nome
di ormoni. Questi composti hanno la capacità di agire
nell’organismo a bassissime concentrazioni, nell’ordine
del miliardesimo di grammo (ng) in quanto
vengono riconosciuti da particolari molecole presenti
sulle membrane cellulari che ne permettono
l’ingresso nella cellula, come accade quando si infila
una chiave nella rispettiva toppa.
Il sistema endocrino è di fondamentale importanze
per il corretto funzionamento dell’organismo e di
altri sistemi come quello riproduttivo che coinvolge
gli organi e le cellule sessuali.
Smog– gli inquinanti atmosferici in presenza nebbia
si attaccano alle goccioline d’acqua sospese in aria
colorandola di toni grigiastri. Si nota particolarmente
in occasione di basse pressioni e di aria stagnante
sui centri urbani altamente inquinati dai gas di
scarico.
T
Termovalorizzatori – impianti di termovalorizzazione.
Sono composti da una zona di carico dei
rifiuti, un forno principale dove viene bruciato il
rifiuto, una camera di postcombustione con temperature
ancora più alte per distruggere i gas incom-
27
busti, un settore per abbattere le particelle solide
e gli acidi presenti, una sezioni filtrante e dal camino
di emissione.Il calore prodotto viene invece convogliato
in una centrale per la produzione di energia.
Almeno 1/3 in peso dei rifiuto in ingresso rimane
in forma di ceneri che concentrano dentro di sé
la maggior parte dei metalli pesanti, mentre la maggior
parte delle diossine distrutte nella camera di
postcombustione si riforma al passaggio dei fumi
nella ciminiera di emissione quando la temperatura
torna ai valori ottimali per questi inquinanti.
Termovalorizzazione – pratica che prevede il recupero
di energia prodotta dalla combustione dei rifiuti
(vedi incenerimento con recupero di energia). Viene
considerata una fonte di energia rinnovabile, e
in Italia rappresenta quella prevalente di produzione
energia non convenzionale. In realtà, la loro
costruzione ha più a che vedere con la necessità di
smaltire i rifiuti urbani prodotti piuttosto che con il
reale vantaggio energetico. Si deve considerare, infatti,
che la resa energetica è di circa il 20% rispetto a
quella contenuta nei materiali inviati alla combustione.
Tesla – unità di misura dei campi magnetici generati
dal movimento di cariche elettriche.
Troposfera – vedi atmosfera.
U
Uranio – uno dei principali minerali radioattivi usato
nell’industria nucleare civile e militare. Si estrae dalle
rocce uranifere che contengono prevalentemente
un isotopo a bassa radioattività, l’uranio 238
(U238), mentre solo lo 0,7% dell’uranio presente nelle
rocce è di quello a più attivo, l’U235 (e in minor
misura di U234) impiegato nell’industria nucleare.
Uranio impoverito – è ciò che rimane delle rocce uranifere
una volta estratta la frazione nobile (U235)
che passa dallo 0,7% allo 0,2%.
È un metallo pesante estremamente denso che per
questo motivo riesce a penetrare dei corpi solidi molto
resistenti come le lamiere dei carri armati e dei
bunker. Per questo motivo è entrato a far parte delle
armi ad uranio impoverito (DU) ed impiegato per
la prima volta ufficialmente nel corso della Ia guerra
del Golfo del 1991.
Quando una testata arricchita da DU entra in un corpo
e lo penetra, reagisce all’attrito ed al contatto con
l’ossigeno producendo ondate di calore eccezionale
di oltre 2.000°C. In queste condizioni si formano
polveri ultrasottili che contengono ossidi di uranio
e che vengono facilmente trasportate per chilometri
dal punto di emissione e sono in grado di penetrare
le vie respiratorie interessando bronchi, polmoni ed
altri tessuti. Pur essendo poco radioattivo,
l’U238 in queste condizioni può esercitare attività
mutagena in quanto le radiazioni, prevalentemente
del tipo a possono giungere fino al nucleo delle
cellule ed al loro DNA alterandolo e producendo cellule
tumorali.
V
Vapore acqueo – acqua allo stato gassoso in forma
di vapore che tende a condensare sulle superfici fredde
come accade sugli specchi quando si riscalda l’aria
degli ambienti in cui si trovano.
Volt – unità di misura delle forze di attrazione di cariche
elettriche di segno opposto (o di repulsione di
cariche di segno uguale).
V/m– volts/metro è l’unità di misura dei campi elettrici
generati dal passaggio di elettroni.
W
Watt – è l’unità di misura dell’energia elettrica.
Z
Zolfo – vedi ossidi di -.