Claudio Pelagallo ex Assessore all’ambiente negli anni della Giunta Conte risponde sulla questione Villa Borghese a quanto dichiarato dal Sindaco di Nettuno Vittorio Marzoli il merito alla chiusura del Parco comunale di Via Olmata. Il Sindaco aveva affermato che “la convezione per l’uso pubblico del parco era del 1987. E chi mi ha preceduto non ha fatto nulla per darne attuazione”. Ma Claudio Pelagallo sull’argomento smentisce le affermazioni del primo cittadino di Nettuno, aggiunge alcune considerazioni e pone nuovi interrogativi.
“Forse Marzoli in quegli anni si era distratto, infatti, il parco è stato aperto dall’estate del 1996 ai primi mesi del 1998. E nel 1999, dopo dieci anni di battaglie ambientaliste e dietro la forte pressione esercitata dal sottoscritto a nome dell’Amministrazione Comunale di Nettuno, la Regione l’ha dichiarata Area Naturale Protetta con la legge 29/9.
Quando venni nominato Assessore il mio primo pensiero fu quello di aprire più spazi verdi possibili, tra questi i quattro ettari di quello che in origine doveva essere il parco Comunale di Villa Borghese, dato in cessione al Comune dai Borghese tramite una convenzione stipulata anni prima dal Consiglio Comunale, Sindaco era Simeoni. Il parco si presentava in condizioni disastrose erano, infatti, quasi dieci anni che nessuno vi metteva piede. L’Assessorato appena creato non aveva fondi a disposizione e così con un progetto finalizzato, coinvolgemmo lo S.C.I. (Servizio Civile Internazionale), un’associazione di volontariato che opera a livello internazionale, che portò a Nettuno venti ragazzi provenienti da tutta Europa, questi offrendo la loro opera gratuitamente e con l’ausilio degli operai del comune rimisero in sesto il parco. Furono ripuliti i viali invasi dai rovi, costruite panchine, installate tabelle con la descrizione delle specie arboree e animali, riverniciato il cancellone d’entrata. Collaborò con noi anche Legambiente. Insomma un lavorone durato circa un mese. Alla fine di luglio del ’96 il parco fu riaperto. Ne dettero notizia: la RAI e i tg regionali, i quotidiani nazionali, quelli locali e il mensile di natura “Airone”. Davanti all’entrata della Villa collocammo il cartello con su scritto Parco Comunale di villa Borghese orario invernale 9.00 –12.00 13.000 – 17.00 orario estivo 7.00 – 19.00.
A custodia del parco mettemmo i lavoratori socialmente utili con il compito di spazzare i viali, tenere pulito, fecero un buon lavoro. La cittadinanza apprezzò molto. Il Parco rimase aperto per circa due anni, ma, caduta la giunta di sinistra, venne nuovamente chiuso, come lo è tuttora. Certo vedere un’area così bella chiusa e abbandonata al degrado lascia l’amaro in bocca, tanta fatica sprecata per nulla. Gli spazi verdi nella nostra città negli ultimi anni si sono ridotti e di crearne altri nuovi non se ne parla. Le varianti al piano regolatore approvate in continuazione dal Consiglio Comunale, riguardano solo nuove edificazioni mai nuove aree verdi. Da questo si comprende quali interessi ispirino l’azione dell’Amministrazione Comunale targata centro- destra. Ora il Sindaco Marzoli afferma di voler rivedere la convenzione e riaprire il parco. Ma da quanto risulta la convenzione con i Borghese non è stata mai annullata e quei quattro ettari di Parco dovrebbero essere ancora nella disponibilità del Comune, uso il condizionale perché le dichiarazioni di Marzoli sono ambigue, infatti vorrei chiedergli: che centra il PRG con la convenzione? Si profila un baratto? tipo l’uso di quattro ettari di parco vincolato in cambio di una cospicua cubatura in terreni ora inedificabili? Come si potrebbe definire “urbanistica di scambio” ma è una parola che evoca altri scambi, forse è meglio un termine alla moda tipo “urbanistica creativa”.
Villa Borghese è un’area verde di grande pregio, e tanti sono gli occhi puntati su questo gioiello e l’Amministrazione Comunale è assolutamente incapace di gestirla o forse non intende farlo. Infatti, dopo il fallimento della Società Nettuno Residence proprietaria di circa la metà dell’intera villa castelletto compreso, il bene è andato all’asta, il Comune che in un primo momento si era detto interessato all’acquisto, poi però si è fatto scippare l’affare della villa da alcuni privati che, per un prezzo irrisorio, hanno rilevato la società fallita e sono venuti in possesso di questo bene.
Sarà una mia impressione ma sento tanto puzza di bruciato”.
Claudio Pelagallo