Egr. Direttore

È con estremo interesse che ho letto gli articoli relativi alla crisi de commercio locale causato dall’imperversare della grande distribuzione. Come al solito il tempo da ragione agli ecologisti. Perché furono proprio gli ecologisti che anni orsono denunciarono (inascoltati) i rischi connessi al rilascio di nuove autorizzazione per l’apertura di nuovi ipermercati e centri commerciali.Ipermercati stop – Per non spegnere le luci della città”  questo il nome della campagna nazionale che a suo tempo gli ambientalisti lanciarono in tutta italia chiedendo una moratoria che bloccasse le nuove aperture. Oggi la presenza della grande distribuzione, nei comuni di Anzio e Nettuno, è quasi doppia rispetto alla media nazionale. Da tempo  ci preoccupiano del commercio medio – piccolo soffocato dal proliferare dei grossi centri commerciali che hanno come conseguenza: la distruzione del piccolo commercio, assenza di effettivi guadagni da parte dei comuni che ospitano i centri, ma anche i disagi causati alle molte persone, vedi gli anziani che non trovano più il negozio sotto casa e certo non possono compiere chilometri con la macchina per recarsi al grande centro commerciale, oltre che l’abbandono del centro storico a partire dalle numerose vetrine spente. Se a questi si aggiunge anche la mancata occupazione, originariamente posta come punto a favore della creazione dei centri, sfugge decisamente l’utilità di questi colossi della distribuzione. Secondo noi ecologisti la costruzione dei grandi centri deve essere autorizzata solo dopo aver valutando  l’impatto sull’ambiente, sul territorio, sul tessuto sociale dei nostri comuni. L’entrata in vigore della legge Bersani di riforma delle attività commerciali ha offerto l’opportunità di ridisegnare la fisionomia dei centri urbani. La legge consente infatti una maggiore liberalizzazione delle licenze e delle attività dell’esercente, il che dovrebbe favorire il commerciante più aggiornato e più attento al cliente. Ma che ruolo devono avere i Comuni? Un ruolo di indirizzo e di sostegno. In particolare, compito del Comune è occuparsi di marketing urbano, tenendo conto, tra l’altro dei problemi legati al traffico e all’inquinamento. Secondo noi è necessario sostenere i negozi di generi di prima necessità per favorire la vivibilità dei centri storici e incentivare la creazione di nuove imprese, specie da parte dei giovani.Per salvare il piccolo commercio non basta bloccare l’arrivo di altri supermercati. E’ necessario che gli enti pubblici si adoperino a favore delle piccole e medie imprese commerciali; che i finanziamenti agevolati aumentino e i piccoli distributori imparino a cooperare per ridurre i costi ed essere competitivi Ma alle luce di quanto avvenuto, le amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno governate dalla destra  hanno dimostrato una palese incapacità nell’affrontare questa tematica

Claudio Pelagallo

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