Quello che vi propongo in queste pagine è un breve escursuss delle bellezze naturali e dei siti di interesse storico archeologico presenti nel territorio dei Comuni di Anzio e Nettuno e più in generale del Litorale romano, una risorsa immensa per inventare e realizzare itinerari di cultura e di turismo ecologico, percorsi turistici altrettanto validi di quelli classici che interessano quasi esclusivamente la Capitale.
Una proposta che si rivolge oltre che agli amanti della natura anche alle Istituzioni Pubbliche, anche agli educatori, alla scuola, agli operatori turistici e a quelli commerciali, agli agricoltori. La proposta di un turismo che valorizzi al massimo le risorse naturali del territorio divenendo esso stesso fonte di ricchezza.
E che abbia come basi portanti:
– il sistema delle aree protette del litorale
– gli itinerari storico archeologici
– la promozione dei prodotti tipici locali
Buon Viaggio!!!
Anzio
TOR CALDARA
La Riserva naturale di Tor Caldara è uno dei fiori all’occhiello della Regione Lazio, si estende per 44 ettari ed è stata istituita ufficialmente con L.R. 50 del 26 agosto 1988 grazie ad una tenace lotta condotta dagli ambientalisti.
Al suo interno agili sentieri conducono dall’ingresso principale, attraverso il bosco fino alla Torre Caldara che si erge sul mare e da cui prende nome la riserva.
Flora:
Si tratta di un esempio tipico di macchia mediterranea caratterizzato dalla presenza di lecci, sughere e farnie, non mancano specie arboree piuttosto rare come ad esempio l’ontano nero. Le zone cespugliose annoverano: fillirea, corbezzolo, lentisco, pungitopo, erica arborea. Fra le piante del sottobosco spicca l’osmunda regalis, una felce molto rara. Nei pressi delle sorgenti troviamo: la cannuccia d’acqua, le mazzesorde (thipa), galium palustre e fioriture di cisto alimo.
Fauna:
tra la fauna possiamo trovare: lepri, donnole e ricci. Non mancano rettili e anfibi quali la rana esculenta, la vipera, il biacco, oltre a uccelli stanziali quali: verdone, cardellino, cinciallegre, cuculo, e migratori come: tortora e beccaccia, rapaci notturni come civetta e allocco.
La Torre:
Sorge sul punto più alto di un promontorio che permetteva di controllare la costa da Tor San Lorenzo ad Anzio. La costruzione risale alla metà del 500.
Le Sorgenti:
Da iscriversi a fenomeni tardo magmatici relativi all’antico Vulcano laziale. Le sorgenti di acqua solfurea calda, oramai moto ridotta, fuoriescono dal terreno alla portata di circa 2 litri al secondo, nell’antichità l’estrazione dello zolfo rappresentò una considerevole attività economica della zona iniziata in età romana e ripresa nel 500:
Collocazione: Strada Statale Litoranea 601 Ostia-Anzio
Come ci si arriva: Da Roma direzione Anzio, poco dopo superato l’abitato di Lavinio Mare. Da Anzio, via Ardeatina .
RISERVA NATURALE TOR CALDARA
località: Comune di Anzio
ente gestore: Comune di Anzio con la direzione tecnico scientifica del WWF
sede: 00042 Anzio – Comune di Anzio – Uff. Parchi e giardini
-Via Ardeatina Km. 34,400 SS. 601 (Litoranea tra Lavinio e Anzio) -Tel. 06-98499443 – www.parks.it/riserva.tor.caldara-torcaldara@parks.it
apertura: giovedì, sabato e domenica
Altre aree verdi di notevole interesse nel comune di Anzio sono la Macchia della Spadellata e il grande Bosco di S. Anastasio. Collocate tra la via Litoranea e la via Nettunense.
LA VILLA DI NERONE
Nel periodo di massimo splendore dell’impero romano imperatori, senatori e patrizi si fecero costruire una villa sulla costa che va da Anzio a Nettuno. Nel sottosuolo di quello che oggi è il centro urbano della città giacciono le testimonianze del passato.
Sulla Riviera di ponente ben visibili all’occhio del visitatore i ruderi della villa e quelli del porto che l’Imperatore Nerone, nato ad Anzio, il 15 dicembre del ’37 d.C., fece progettare dagli architetti Severo e Celere. I resti della villa si estendono per una lunghezza di 800 metri lungo la fascia costiera tra il faro e la punta Capo d’Anzio. La pianta ricalca schemi simmetrici. Il porto sfruttava la conformazione della costa che già aveva ospitato l’antico Caenon, due bracci quello occidentale di 800 metri e quello orientale di 700 che convergevano.
Collocazione: Centro di Anzio riviera di ponente, individuabile anche dal Faro. 1 km dalla Stazione FF.SS. di Anzio centro.
LE VILLE
A partire dal 1.500 numerosi Cardinali scelsero Anzio e Nettuno come luogo di residenza. Nel 1.615 il Cardinale Cesi fece edicare la sua villa, l’attuale Villa Adele oggi di proprietà del Comune e sede del Museo e della Biblioteca Comunale. Nel 1.735 il Cardinale albani fece costruire l’attuale villa Albani, oggi sede di un ospedale. Nel 1.740 il Cardinale Corsini realizzo la sua splendida dimora, ceduta poi ai principi Aldobrandini di Sarsina.
LIDO DEI GIGLI
La vasta Area dei Gigli si estende per circa 560 ettari, comprendendo una bellissima pineta che lambisce la spiaggia e il mare e vaste aree attualmente utilizzate a scopi agricoli. Uno dei pochi spazi naturali salvatisi dalla cementificazione della costa ricadente nel territorio del Comune di Anzio. La si incontra percorrendo la Strada Statale litoranea Ostia-Anzio. Per chi proviene da Roma subito dopo l’abitato di Lido dei Pini, mentre provenendo da Anzio un chilometro dopo Lavinio Mare. Pineta e piccole colline attraversate da un fosso, cavalli e mucche al pascolo, conigli selvatici che scorazzano, dune di sabbia ben conservate ricche della tipica flora costiera, tra cui si evidenziano il giglio di mare e la soldanella, sono gli elementi caratteristici di questo bellissimo luogo.
Apertura: La zona è tutta privata, ma vi si può accedere lo stesso, con po di cautela, passando via mare.
Nettuno
TORRE ASTURA
Epoca Imperiale
Il luogo era ben noto sin dall’epoca romana; lo dimostrano i ruderi di imponenti ville di età repubblicana e di un grande acquedotto che portava acqua potabile prelevandola dall’entroterra, qui sono stati ritrovati pregevoli marmi, fra cui le colonne che adornano Palazzo Braschi a Roma.
La villa, i cui resti sono ben visibili, proprio a ridosso della fortezza, è stata attribuita a Cicerone, lo storico greco Plutarco ambienta qui la morte del grande oratore e uomo politico.
Le Peschiere:
attorno alla torre ben conservate si scorgono le peschiere romane, hanno forma rettangolare con pareti divisorie interne.
Il Porto:
l’Astura di epoca romana era dotata di un porto artificiale, le cui dighe si spingono a semicerchio verso il largo. Nell’antichità fu un importante punto di approdo nel Tirreno.
La Fortezza:
Eretta nel medioevo, prima appartenente alla Famiglia dei Conti Tuscolo, poi passata alla Casata dei Frangipane, proprio durante il dominio di questa casata furono messi in atto ad Astura numerosi accorgimenti tendenti a realizzare un fortilizio marittimo potentemente difeso.
Ma la torre è conosciuta per la tragica vicenda di Corradino di Svevia, il giovane sovrano rifugiatosi nella fortezza dei Frangipane, venne consegnato alle guardie del suo rivale, il Re Carlo D’Angiò, il giovane venne decapitato a Napoli sulla piazza del mercato.
La Spiaggia e il Poligono
L’intera area del Poligono Militare, ad eccezione delle brutte strutture militari, è la migliore conservata di tutto il litorale, 12 chilometri di costa incontaminata, ricca di bellezze naturali e di testimonianze archeologiche. Lunghe spiagge, acqua cristallina, una duna costiera ben conservata, una fitta macchia e la pineta nella zona della Torre Astura. Si possono ammirare: gigli di mare, ginepro, soldanella di mare, lentisco. Molte le specie animali: ricci, volpi e cinghiali, colombacci, gabbiani, nelle piscine interne:folaghe e aironi cenerini.
Come ci si arriva: da Da Nettuno Strada provinciale Acciarella verso latina. Parcheggio vicino al Fiume Astura, 2 chilometri a piedi per un sentiero e si arriva a Torre Astura. A piedi da Nettuno partendo dalla località Cretarossa per circa 10 km lungo la spiaggia.
Apertura: essendo tutta la zona sottoposta alle attività del poligono militare, l’accesso alla spiaggia e alla zona della fortezza è consentito solo nei giorni festivi nel periodo settembre-giugno e tutti giorni nei mesi di luglio e agosto.
VILLA BORGHESE
Riserva Naturale Provinciale istituita con L.R. 29/99.
Nulla Osta: L.R. 29/97 : norme in materia di aree naturali protette regionali. Art. 28 (nulla osta e poteri d’intervento dell’ente di gestione) “Il rilascio di concessioni od autorizzazioni, relativo ad interventi, impianti ed opere all’interno dell’area naturale protetta, è sottoposto a preventivo nulla osta dell’ente di gestione ai sensi dell’art. 13, commi 1, 2 e 4, della L. 394/1991.”
Realizzata nel 1.674 dal Cardinale Costaguti è circondata da un parco di 40 ettari, purtroppo attualmente suddiviso in 5 proprietà. Dopo anni di battaglie ambientaliste per salvarla dalla speculazione edilizia Villa Borghese è stata dichiarata Riserva Naturale con la L.R. 29 del 26.10.99.
La vegetazione di villa Borghese è stata plasmata dal concorso delle condizioni climatiche locali e dall’intervento dell’uomo. Nella parte più naturale della villa troviamo il leccio e il pino domestico con esemplari anche centenari, si incontrano anche: pino d’Aleppo, ecucaliptus, sughere, rovelle, allori, sorboli, olmi, cerri, robinie e siepi di bosso. Nel sottobosco si segnalano: il pungitopo, il lugustro, lo smilace, l’asparago, qualche fillirea, spiccano le palme nane e nel parco più vicino all’edificio: palme delle Canarie e palme da datteri, erba della Pampas
Fauna
All’interno del parco si possono trovare: civette, barbagianni, assioli, verdoni, cardellini, capinere, merli.
Come ci si arriva:
Apertura: la villa essendo privata è chiusa la pubblico eccetto una piccola porzione di 4 ettari di proprietà del Comune di Nettuno, nel parco si possono effettuare, soprattutto d’estate in primavera e in estate piacevoli passeggiate. L’entra è nella parte retrostante l’edificio centrale. Si accede da Via del Colle dalla parte di Nettuno o da Via Cupa dei marmi dalla parte di Anzio.
Geologia Villa Borghese di Nettuno
Da un punto di vista geologico nell’area affiorano calcareniti bioclastiche plioceniche stratificate, con pendenza verso SE , la cui origine è dovuta ad un antico pendio di raccordo tra la spiaggia e l’ambiente neritico. Questa inclinazione indica che la spiaggia si accresceva in quella direzione, anche se talvolta tale accrescimento è stato interrotto come è evidenziato da alcune superfici di erosione. Le calcareniti sono molto ricche di resti fossili, soprattutto di bivalvi. I sedimenti pleistocenici, molto vari litologicaqmente, costituiscono sia sistemi deposizionali di piattaforma che fluviali e marino-costieri. Nelle aree meno prossime alla costa sono presenti anche prodotti piroclastici del vulcanismo albano intercalati ai sedimenti pleistocenici.
IL BOSCO DI FOGLINO
Il bosco di Foglino rappresenta l’ultimo lembo superstite di quella che è stata una delle selve più vaste ed intricate d’Italia: la selva di Nettuno. Di quella selva, che nell’antichità si estendeva per migliaia di ettari, oggi restano solamente i 500 ettari del bosco di Foglino.
Quest’area sorge a due chilometri dal mare.
Flora:
Le essenze arboree comprendono soprattutto querce, in particolare cerri, roverelle, farnetti, il carpino bianco e l’orniello. Dove il taglio degli alberi è stato più intenso, si sono create vaste radure occupate da erica arborea, fillirea, mirto e lentisco tipici dell’area mediterranea.
Comunissimi anche gli arbusti, con il sorbo, la ginestra, la rosa canina, cisti e agrifogli.
Fauna: Numerosi gli animali presenti nel bosco, tra questi: volpi, ricci, cinghiali, fagiani, cuculi, fringuelli, tuffetti, gallinelle d’acqua, gheppi, la biscia dal collare, tritoni. Foglino ospita anche una folta popolazione di testuggini d’acqua (emis orbicularis) specie protetta e in via di estinzione.
Vallone Cupo, questo si può considerare uno stagno perenne con vaste formazioni di ciperace e graminace, caratteristica la presenza della lisca palustre, dell’iris giallo, dello spargium ramosum e del ranuncolo d’acqua.
Da non perdere il Laghetto Granieri, l’invaso è alimentato dai fossi e da piccole sorgenti naturali, sorge al lembo estremo del bosco verso Nettuno, anche se, negli anni scorsi, ha subito l’inquinamento da parte delle vicine industrie resta comunque un luogo suggestivo da visitare.
LA ZONA DELLA CAMPANA
Degne di nota altre aree verdi nel comune di Nettuno sono: La Pineta della Campana utilizzata per attività sportive e pic-nic, il Bosco del Sughereto, il Bosco di Padiglione.
IL BORGO MEDIEVALE
Costituito da compatte mura che cingono il borgo elevato su un alto scoglio marino e difese da imponenti torrioni cilindrici. Le torri risalgono alla fine del trecento quando Nettuno passò sotto la Signoria degli Orsini, nel XV secolo l’antica Nettuno passò alla Famiglia Colonna. Nel cuore del Borgo sorge il palazzo Baronale il cui ingresso principale si apre su piazza Marconi di fronte alla chiesa di S. Giovanni, vanta il fatto di aver dato i natali a Marcantonio Colonna il costruttore delle torri costiere a difesa delle invasioni dei Saraceni. A dimostrazione che per un periodo di tempo i Saraceni si siano stanziati a Nettuno il singolare costume tradizionale delle donne. Il Palazzo Pamphili oggi palazzo borghese fu costruito nel 1.650, al suo interno affreschi di Pier Francesco Mola. La chiesa collegiata di S. Giovanni è certamente di origine medievale venne però completamente rifatta fra il 1738 e il 1748 su progetto di Carlo Macchioni. La tradizione la vuole eretta proprio sull’antico tempio del Dio Nettuno, sul sottosuolo numerosi infatti i reperti di epoca romana. Bella e suggestiva la piazza Colonna, i vicoli e le piazzette costituiscono un vero tuffo nel passato, da non perdere il Cavone l’antico camminamento lungo le mura.
Collocazione: Nel Centro Storico di Nettuno, 400 metri dalla Stazione FF.SS. di Nettuno
Il Castello Sangallo
Così chiamato dal nome dell’architetto rinascimentale che lo progettò intorno al 1.500 per Papa Alessandro VI Borgia. E’considerato un’opera di avanguardia tra le fortezze rinascimentali, infatti presenta accorgimenti defensivi legati all’introduzione dell’artiglieria. Dal 1996 di proprietà del Comune di Nettuno, aperto al pubblico in occasione di mostre e convegni ospita tra l’altro l’antiquarium comunale e il Museo dello Sbarco.
Collocazione: Nel Centro Storico di Nettuno, 300 metri dalla Stazione FF.SS. di Nettuno
Un’amara considerazione: Da anni Lido dei Gigli e il Bosco di Foglino attendono una legge che li salvi definitivamente dalla speculazione edilizia.
ROMA
AREA NATURALE MARINA PROTETTA SECCHE DI TOR PATERNO
L’Area naturale marina protetta Secche di Tor Paterno è un’area naturale protetta istituita nel dicembre 2000 dal Ministero dell’Ambiente ed affidata in gestione all’Ente Regionale RomaNatura.[1]
Si trova a circa 5 miglia nautiche al largo del litorale romano, ed è un rettangolo di km 3×4 che non include alcun tratto emerso di costa. È l’unica area marina protetta italiana con tale caratteristica. I fondali dell’Area marina protetta sono compresi tra -18 metri e -75 metri di profondità e comprendono un rilievo roccioso che si innalza dal circostante fondale sabbioso, costituendo così una vera e propria “oasi” in grado di attirare moltissime specie ittiche. Sono vietate la pesca con sistemi ad alto impatto ambientale, la caccia subacquea, la navigazione non autorizzata. Sono consentite, ma regolamentate dall’Ente gestore, le attività subacquee e la pesca sportiva.
Dal dicembre del 2011 è stata inaugurata la sede e centro visite ad Ostia, denominata “Casa del Mare”
Estesa per 100 ettari, l’area ospita vaste praterie di posidonia oceanica insieme ad esemplari di gorgonie ed alcionari. Tra i pesci: murene, triglie, polpi, spigole, cefali, occhiate, castagnole rosa, saraghi, donzelle. In superficie, in alcune stagioni, non è difficile avvistare poi i delfini oltre ad alcune specie di uccelli marini come le sule e i labbi. Tanta concentrazione è facilitata dalla presenza delle acque dolci del Tevere – la cui foce non è lontana dalla zona protetta – che hanno consentito nel tempo lo sviluppo di flora e fauna davvero inconsuete in questa porzione di mare così vicino alla Capitale. L’area marina protetta è costituita da una unica formazione rocciosa, coperta da organismi animali e vegetali che, scavando o costruendo le loro tane nel corso dei secoli, ne hanno modificato l’aspetto. Tra le specie vegetali dicevamo, fino a circa 30 metri di profondità è la Posidonia oceanica . Nutrite colonie di Celenterati, tra cui la gorgonia rossa, e i rari Alcionari si trovano invece più in profondità.
Perimetro

Come riportato nella cartografia di questo sito ed allegata al decreto istitutivo, l’area naturale marina protetta Secche di Tor Paterno comprende un’unica zona di riserva generale, zona B, delimitata dalla congiungente i seguenti punti:
Punti | Latitudine | Longitudine |
A | 41°37′.30 N | 012°20′.50 E |
B | 41°36′.00 N | 012°21′.90 E |
C | 41°34′.50 N | 012°19′.50 E |
D | 41°35′.80 N | 012°18′.00 E |
Dimensioni dell’Area Marina Protetta
Zona | Superficie – ettari | Linea di costa – metri |
Totale superficie: 1.387 ha Totale linea di costa: 0 m |
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Zona A | 0 | 0 |
Zona B | 1.387 | 0 |
Zona C | 0 | 0 |