Comunicato stampa 19.12.2000
Oggetto: Commerciante ucciso a Nettuno allarme criminalità
Nell’esprimere cordoglio alla famiglia del commerciante barbaramente ucciso, i Verdi di Anzio e Nettuno, intendono denunciare l’aggravarsi della situazione sul litorale per quel che riguarda la criminalità.
L’anno 2000 si chiude con un delitto, ma sono state decine le rapine a mano armata ai danni di esercizi pubblici e banche, diversi gli attentati a pubblici amminitratori, numerosi gli arresti operati dalle forze dell’ordine per traffico di stupefacenti, mentre la piaga dell’usura continua a mietere le sue vittime.
E’ per questo che i Verdi denunciano la oramai evidente sottovalutazione del fenomeno crinimalità da parte delle Istuzioni.
Al Ministero degli interni chiedono un intervento immediato tentente a rafforzare la presenza delle forze dell’ordine e un’indagine conoscitiva del nostro territorio da parte della Commissione Parlamentare Antimafia.
Occorre ricordare che il territorio di Anzio e Nettuno è stato definito dai Magistrati della Procura Antimafia della Capitale: “zona fortemente infiltrata da criminalità organizzata di tipo mafioso”
Più volte i deputati verdi hanno portato il caso in parlamento, mentre i Verdi di Anzio e Nettuno hanno sollevato dubbi sulla provenienza degli ingenti capitali che vengono investiti nell’edilizia, nonostante, il mercato in questo settore sia fermo da anni.
I Verdi denunciano, altresi i gravi ritardi dell’Amministrazione Comunale di Nettuno che ha da tempo abbandonato ogni politica di contrasto alla criminalità, basti pensare che la richiesta di un Protocollo di intesa con la Prefettura in materia di sicurezza e trasparenza, presentata dalla Consulta Sicurezza del Comune, è rimasta per sei mesi bloccata nei cassetti di qualche amministratore, la stessa consulta ha più volte denunciato pubblicamente la grave situazione della criminalità organizzata nel territorio di Nettuno.
Il Massimo allarme sociale venutosi a creare con gli ultimi episodi criminosi esige una risposta chiara e univoca delle Istituzioni e minimizzare il fenomeno non serve certo a combatterlo.
Il Portavoce
Claudio Pelagallo